L’Europa promette nuovi obiettivi climatici entro il vertice COP30: ora tocca a noi
Ma cos’è la COP30? È la trentesima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, il grande vertice mondiale in cui i governi fissano impegni concreti contro la crisi climatica. Si terrà dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, un luogo simbolico che ci ricorda quanto la salute del pianeta dipenda dall’azione collettiva.
Il problema è che l’Europa non è riuscita a rispettare la scadenza ONU di settembre 2025, che chiedeva a tutti i paesi di presentare i nuovi piani climatici (i cosiddetti NDC – Nationally Determined Contributions) aggiornati. La Cina lo ha fatto in tempo, l’UE invece è rimasta indietro. Per questo la promessa di arrivare pronta al Brasile è ora una sfida cruciale.
Ma facciamo un passo indietro. Perché questo conta davvero, per te e per me? Perché gli obiettivi climatici non sono “numeri astratti” decisi nei palazzi delle istituzioni: sono promesse con cui ogni cittadino, chi vive in città franose, chi ha subito fenomeni estremi, chi teme per il futuro dei figli – ha un conto. Se l’Europa fissa mete più ambiziose, siamo tutti chiamati ad agire: governi, imprese, comunità locali e individui.
Von der Leyen ha ammesso che non sarà facile trovare l’accordo tra gli Stati membri, ognuno con le sue esigenze energetiche, economiche, e sociali. “Il mondo è cambiato”, ha detto: serve flessibilità, pragmatismo, ma anche chiarezza per le imprese e stabilità per i lavoratori.
Si parla di semplificare le norme, di investire nelle reti energetiche, di ridurre la burocrazia per chi vuole innovare nelle rinnovabili, affinché i cittadini possano beneficiare di un’energia più pulita e probabilmente più economica.
Tuttavia, il cammino è tortuoso. Francia, Germania, Polonia e altri paesi insistono perché i nuovi obiettivi climatici siano discussi a un vertice straordinario previsto per fine ottobre, lasciando poche settimane per definire tutto prima della COP30. E un alto funzionario polacco, rimasto anonimo, ha ammesso senza giri di parole: “Non so se ce la faremo in tempo per Belém. Dipende da tanti, troppi fattori.”
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